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Le tasse sugli animali domestici, che ricadono sulle famiglie che li ospitano, sono troppo elevate. Questa la denuncia del LAV, che sottolinea come le famiglie con cani e gatti debbano pagare il 22% di IVA su scatolette, crocchette e per le cure veterinarie. Cure peraltro fiscalmente deducibili solo in minima parte; tra l’altro, il costo dei farmaci per animali è mediamente cinque volte superiore rispetto all’equivalente farmaco per umani con lo stesso principio attivo.

L’animale non deve essere considerato un bene di lusso

Il messaggio che la LAV porta in tante piazze italiane nel weekend è molto semplice: una animale domestico non deve essere considerato un bene di lusso. A sostegno di questa campagna per i diritti degli animali e dei loro proprietari, sarà possibile acquistare l’uovo di Pasqua Lav: il ricavato delle vendite finanzierà progetti per combattere il grave problema del randagismo al Sud. Presso i tavoli dell’Associazione sarà inoltre possibile ritirare una Guida pratica alla corretta convivenza con gli animali.

L’attuale sistema fiscale interessa almeno 7 milioni di cani e 7,5 milioni di gatti che vivono in famiglia, ai quali vanno ad aggiungersi i tanti animali ospitati presso canili o rifugi, e i randagi. Secondo l’indagine Eurispes 2018, il 32,4% degli italiani vive con almeno un animale domestico: una percentuale in diminuzione di oltre il 10% rispetto al 2016. Secondo le stime LAV, inoltre, in Italia si è passati da 36.214 cani adottati nel 2015 a 33.166 cani nel 2016, con una flessione pari all’8,4% in un solo anno.

Tasse sugli animali domestici troppo alte

«Il costo della vita per le famiglie rende sempre più difficile anche accudire un animale – ha spiegato Ilaria Innocenti, responsabile LAV Area Animali Familiari – è un dato di fatto, in particolare per tanti nuclei con figli, a basso reddito o con un reddito da pensione, per questo chiediamo al nuovo Governo e Parlamento, alcune misure indispensabili per rendere più facile la vita con gli animali familiari, come i cani e i gatti: riduzione dell’IVA su cibo e cure; più detrazioni su spese veterinarie e farmaci meno costosi per gli animali familiari. Dal 10 marzo sarà possibile firmare la nostra petizione in tante tante città».

Tre le richieste avanzate dalla Lav nella sua petizione per “Un fisco non più nemico dei quattro zampe”: la cancellazione dell’aliquota Iva su prestazioni veterinarie per animali adottati e la riduzione di quella su prestazioni veterinarie e cibo per animali non tenuti a scopo di lucro. L’attuale aliquota IVA è del 22%, ovvero la stessa prevista su alcuni beni di lusso. Altra richiesta è relativa all’abbattimento dei costi sproporzionati dei farmaci veterinari, con il riconoscimento del farmaco generico anche in veterinaria e dell’uso del farmaco-equivalente. Proprio i prezzi eccessivamente alti dei farmaci per animali rispetti agli equivalente a uso umano, unitamente agli alti costi delle cure veterinarie, possono rappresentare degli ostacoli alle terapie, fino a pregiudicare, in alcuni casi, il diritto dell’animale a essere curato e il dovere di chi lo detiene a prestargli la dovuta assistenza.